venerdì 9 agosto 2013

L'ELEFANTE NELLA STANZA.....



Elephant in the room….



           

            C’era una volta un re il quale s’interessava di una sola cosa al mondo: i suoi vestiti.   Avrebbe sacrificato ad essi perfino gli interessi del suo regno. Il denaro che proveniva dai tributi pagati dai sudditi veniva impiegato solo a rendere più ricco e più elegante il guardaroba del re. Egli poco si preoccupava dell’esercito e meno ancora delle arti per non dir nulla delle industrie e dei commerci; se si faceva vedere a teatro o alle feste era per il solo scopo di essere ammirato. L’abito che indossava a mezzogiorno era diverso da quello del mattino; dopo desinare ne indossava un terzo, e un altro ancora prima del tramonto. Come degli altri re si dice: “Sua Maestà è nella sala del Consiglio”, di lui si diceva: “Sua Maestà è in guardaroba”.
            Nel suo palazzo ci si occupava solo di frivole mondanità. Ogni giorno capitavano nuovi ospiti, specialmente stranieri, e non sempre onesti. Assai spesso, anzi, molti imbroglioni approfittavano di quel via vai, e un giorno fra gli altri ne capitarono due che avevano deciso di volgere a loro profitto la vanità del re.
            Si presentarono alla reggia e chiesero udienza.
            “Sire,” dissero, “noi siamo tessitori e fabbrichiamo tessuti che non hanno eguali in tutto il mondo. Non solo per la bellezza dei colori e del disegno, ma perché le nostre stoffe hanno la proprietà di rimanere invisibili agli occhi delle persone di scarso intelletto o che occupano indegnamente qualche carica.”
            “Magnifico!” pensò il re. “in questo modo potrò sempre sapere quali fra i miei consiglieri hanno la testa sulle spalle e quali no, e se coloro che rivestono le più alte cariche dello stato ne son degni. Voglio proprio farmi fare un abito con questa magica stoffa”         Incaricò dunque i due birbanti di mettersi subito al lavoro e consegnò loro come anticipo una borsa di marenghi. Furono portati due telai in una sala del palazzo, i due tessitori sedettero al loro posto e presero a far scorrere le navette come se stessero tessendo. In realtà non facevano nulla se non cavar fuori nuovi denari dalle tasche del re con la scusa di dovere acquistare seta preziosa per le fodere o fili di oro purissimo per i ricami.

            Dopo un po’ di tempo, il re volle sapere a che punto erano i lavori, ma lo turbava il dubbio che quella stoffa potesse rimanere invisibile anche a lui. Naturalmente egli aveva un gran concetto di sé ed era sicuro della sua intelligenza e della sua accortezza, ma ad ogni buon conto decise di mandare avanti uno dei suoi ministri più stimati e sulla cui saggezza nessuno nutriva dubbi. Il vecchio ministro sapeva già, al pari di ogni altro nella città, il magico potere di quella stoffa di cui si faceva un gran parlare. Non c’è dunque da meravigliarsi se, appena entrato nel laboratorio, sussultò sgomento. “Diamine!” pensò, “io non vedo nulla.” Frattanto i due compari gli erano venuti incontro facendogli un mucchio di cerimonie e chiedendogli il parere sul tessuto. “Eccellenza, guardi che colori! E il disegno non è una meraviglia?” dicevano indicando i telai vuoti. Il ministro guardava perplesso il punto che essi indicavano, ma non vedeva assolutamente nulla. “Sono dunque uno stupido o un incapace,” pensava tra sé. “bisogna che nessuno sappia quel che mi sta succedendo, altrimenti la mia carriera è finita.” “Ehm, uhm, ah, sicuro, è molto bella questa stoffa,” balbettò, “specialmente i colori… e anche il disegno. Lo dirò a Sua Maestà. Proprio un bel lavoro.”
            I due tessitori entrarono allora in particolari tracciando nell’aria gran gesti come per seguire la linea degli ornati e dei ricami, e soffermandosi sui rossi fiammeggianti e gli intensi azzurri del tessuto. Il ministro li ascoltava attentissimo e, appena fu alla presenza del sovrano, ripeté parola per parola le loro descrizioni. In considerazione delle lodi e dell’approvazione del ministro, i due birbanti si credettero in dovere di chiedere nuovo denaro per provviste di seta e di oro. Inutile dire che i bei marenghi finirono nelle loro tasche perché le navette continuarono a scorrere a vuoto nei telai.
            Dopo un po’ di tempo, il sovrano inviò un altro ministro per sapere come procedevano i lavori. Ed anche lui non fu più fortunato del suo collega: per quanto guardasse, non vide nulla perché non c’era nulla da vedere.
            “Diavolo mai,” pensò il ministro, “sono uno stupido e non lo sapevo. O magari non ho fatto il mestiere che avrei dovuto. Bisogna che stia attento a non tradirmi, altrimenti la mia reputazione è perduta.” “Magnifico, splendido,” esclamò. “Colori stupendi; quella porpora, poi, tra il cremisi e il paonazzo è una meraviglia.” Che nella stoffa c’era del rosso l’aveva saputo dal collega che l’aveva preceduto. Quando se ne fu andato, i due imbroglioni si misero a sghignazzare, sicuri del fatto loro.
            “Dunque, che ve ne pare?” gli domandò il re quando se lo vide dinanzi.
            “Due maestri della loro arte.” Rispose il ministro con grande sicurezza, “La stoffa che preparano per Vostra Maestà non ha eguali.”
            “Voglio vederla anch’io”, decise allora il re. E si avviò verso la sala dei tessitori seguito dai due ministri e dai suoi dignitari al completo. Ma appena ebbe varcata la soglia, si fermò sbalordito: vedeva le navette scivolare sui telai, i rocchetti girare, i tessitori maneggiare qualche cosa tirandola da una parte, ma non vedeva nient’altro: la stoffa prodigiosa, i suoi bei disegni, i fili d’oro che l’adornavano, la fodera di seta erano per lui inesistenti.

            “Voglio sperare che la Maestà Vostra non sia delusa,” gli mormorò il primo ministro nel vederlo silenzioso. “Quel rosso vivo tra le foglie di quell’albero ha un risalto meraviglioso.”
            Ma il re continuava a tacere. Era sconvolto dall’idea di essere uno stupido o un cattivo sovrano. Infine balbettò: “Bello, bellissimo, sicuro. Sono molto soddisfatto.”
            “Bellissimo, bellissimo,” fecero eco allora i cortigiani; e alcuni di loro proposero al re di presentarsi al popolo in quel meraviglioso abbigliamento in occasione del prossimo grande corteo.
            “Faremo il possibile per essere pronti,” dissero i due furfanti. E il re, per incitarli, concesse all’uno una decorazione da appendersi all’occhiello e nominò l’altro Tessitore Segreto della Real Casa. Si ritirò infine con un bel sorriso e i suoi cortigiani gli andarono dietro continuando a esprimere la loro ammirazione.
            Venne infine il giorno del corteo. Per tutta la notte che lo precedette, una finestra della reggia rimase illuminata e la gente, nelle strade, sussurrava che là dietro i due mastri tessitori portavano febbrilmente a termine il loro lavoro. Alcuni riuscirono a dare un’occhiata in quella stanza in cui ardevano due dozzine di doppieri, e videro i due stranieri lavorare senza posa: cucivano l’aria con lunghe gugliate, tagliavano il vuoto con le forbici, misuravano il nulla col metro.
            Quando sorse il sole, i due lisciarono delicatamente con le mani l’invisibile indumento e poi lo ammirarono estatici. “E’ finito!” esclamarono. “Il re, in questa veste, sarà impressionante!”
            Poco prima che il corteo incominciasse, arrivò il re col suo seguito. I due tessitori gli vennero incontro con le braccia tese come se sostenessero riguardosamente la veste magica.
            “La Maestà Vostra voglia ammirare questa casacca,” disse l’uno. E’ leggera come una piuma, non si sente addirittura, e questo è appunto il suo merito.” “Ecco i pantaloni,” disse l’altro guardando con ammirazione il nulla che reggeva.
            “E questo è il mantello,” riprese il primo accennando il suo braccio piegato.
            Tutt’intorno i cortigiani non facevano che ripetere: “Magnifico, meraviglioso.” Poi il Tessitore Segreto della Real Casa accompagnò il re davanti a uno specchio per aiutarlo a vestirsi.
            “I pantaloni, presto,” disse al compare, e fece il gesto di prenderli delicatamente con la punta delle dita. “Posso pregare la Maestà Vostra di alzare la gamba destra? Grazie. Un pochino più su, ecco. E adesso la sinistra, così.”

            Poi venne avanti l’altro e ripeté la scena per la giacca. Infine andarono tutti e due a prendere il manto che avevano steso su una fila di sedie, e lo posarono con grande attenzione sulle spalle del sovrano, l’inginocchiarono dietro di lui per aggiustar bene le pieghe dello strascico e infine fecero due passi indietro per contemplare l’insieme. Il re fingeva di guardarsi nello specchio e intanto sentiva mormorare alle sue spalle: “Che regalità! Veramente maestoso!” Entrò il Gran Cerimoniere, picchiò tre volte la sua mazza sul pavimento e annunciò:
            “I portatori del baldacchino sono pronti.”
            “Andiamo pure,” rispose il re, e gettò disperatamente un’altra occhiata allo specchio.
            Ma vide solo quello che aveva già visto: un signore di mezza età con la corona in testa, mutandoni lunghi di maglia e camicia di pizzo. Vennero avanti i paggi e i due tessitori porsero loro lo strascico da reggere. Non reggevano che l’aria, ma se ne stavano lì seri e impettiti, con le braccia tese, aspettando che Sua Maestà si muovesse per andargli dietro. Il monarca si avviò seguito dai paggi, dal Gran Ciambellano, dai ministri e dagli altri dignitari, ognuno secondo il proprio rango, a cui si unirono gli ufficiali di corte e i funzionari; e il corteo si mise solennemente in marcia per le vie della città. Le strade erano affollate da non dirsi e a tutte le finestre si sporgevano grappoli di teste, perché tutti volevano ammirare il nuovo abito del monarca.
            “Ah, che festa di colori! E il manto! Che magnificenza! Che bellezza poter avere un vestito come quello!” tutti davano in grandi esclamazioni di ammirazione perché nessuno voleva passare per uno stupido confessando di non vedere nulla. Nessuno abito del sovrano era mai stato lodato al pari di quel magico indumento.

             A un tratto la limpida voce di una bimba esclamò:
            “Papà, come mai il re non ha il vestito?”
            L’uomo che teneva la fanciulla in collo avrebbe voluto sprofondare sotto terra. “E’ una bambina,” balbettò, “non è abbastanza intelligente per vedere.”
            Ma quelli che erano vicino domandarono: “Come ha detto? Che il re non è vestito?”
            “Si, si, ha detto così.”
            E improvvisamente fu un coro di voci: “E’ vero, è vero, il re non ha nulla addosso.”
            Il grido dilagò e giunse fino alle orecchie del re. Il sovrano cominciò a sospettare di essere stato imbrogliato, e l’idea di dover passare in mutandoni per le vie della città gli fece venire le vertigini. Ma ormai non c’era nulla da fare: era meglio insistere nella finzione fino all’ultimo.
            E, a testa alta, più maestoso che mai, riprese il cammino seguito dai paggi che, irrigiditi e a braccia tese, continuarono a reggere il nulla.

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POSSIAMO FAR FINTA DI NON VEDERE UN ELEFANTE IN UNA STANZA!?!?
IL RE, DUNQUE, E' NUDO…!!!
           …… carissimi Pievesi, favole a parte, non potremo più permetterci una farsa amministrativa come quella di questi ultimi anni in cui scuola, giovani, anziani, manutenzioni strade, parchi, interventi a protezione del territorio ecc. sono stati tutti argomenti trascurati!!!
            Tutto il nostro impegno, quanto continuiamo modestamente a fare, è semplicemente finalizzato a fare in modo che anche nel nostro paese, nasca una nuova realtà amministrativa che metta in atto tutte quelle iniziative pubbliche che si riterranno efficienti per creare lavoro e nuova ricchezza per la nostra comunità. 
            Sarà difficile ma è questo ciò che, con metodi anche indisponenti, dovremo riuscire a realizzare.
           Non potremo più permetterci amministratori che, per ovviare ad oggettive incompetenze, ripongono le loro  forze in faccende che hanno duramente minato la credibilità del nostro paese, comitive di persone del tutto impreparate a governare un ente pubblico impegnate per lo più ad organizzare….
-          gite al mare scortati da dipendente e macchina comunale;
oppure a disporre;
-          feste e polentate presso lontani dispersi alpeggi con elicottero al seguito,
naturalmente come in quasi tutte le cose vi è anche un aspetto positivo e, nel caso delle  imprescindibili gesta di cui sopra, è bene precisare che per lo meno è stato limitato il danno economico ……
eh si perché è quando hanno pensato di fare cose che rimanessero nella storia che   l’oltraggio provocato è diventato inestimabile, salvo, essere effettivamente riusciti a trovare il modo di non farsi mai più dimenticare.
            Infatti, soprattutto le prossime generazioni, di per certo, si ricorderanno di questa amministrazione in quanto, sarà praticamente impossibile che si scorderanno mai del fatto che certe irrazionali scelte di oggi hanno condizionato, per un’infinità di anni, la possibilità di investimenti in progetti di per certo più nobili ed utili!!!  
            Ma accenniamo e ricordiamo ancora una volta qualche decisione degli ultimi anni messa, purtroppo, in atto da chi ci ha “amministrato”!!!
pochi casi per NON DIMENTICARE:
-         Realizzazione casa (FU) assistita per anziani….. per favore chi non ha ancora avuto modo di vederla, di sapere come funziona, ci contatti o interpelli qualcuno in comune, insomma vi supplichiamo accertatevi su come sono stati spesi circa tre miliardi delle vecchie lire di soldi di tutti noi ed appurate cosa ci costerà in futuro questo già allagato palazzo del pianto!!!
-         Realizzazione albergo pubblico adiacente il cimitero…. con (FU) incorporata piscina… qui ci capita che quelli che non conoscono ancora questa storia stentano quasi a crederci!!! Dall'amministrazione però "rassicuranti" notizie sul futuro di questo ecomostro e mega debito!!!
-         Strada case Sparse per accesso e collegamento al…. nulla…. niente... rien
-         Campo (FU) volo di Megolo.....
Ecco diteci potevamo fare a meno di queste “perle”….?!?!?

            Naturalmente tutte queste situazioni oggettive, nel tempo e magari anche perché portate in evidenza su un blog (IL BLOG) sono diventate inevitabilmente e fortunatamente “:..causa…” di discussione tra i cittadini Ossolani, ma siccome nulla si è fatto, per risolvere determinate questioni ecco che sempre più, tali problematiche hanno preso le sembianze dell’elefante nella stanza (Elephant in the room), impedendo, anche ai più fantasiosi, di continuare a non voler vedere e dunque perseverare a difendere certe realtà del tutto insostenibili!!! 








ma nonostante ciò, ancora qualche giorno fa, nel bel mezzo di una riunione pubblica presso il municipio di Pieve Vergonte, ci hanno detto che, alcuni amministratori comunali, con stoccate che sbalordirebbero anche un temerario come il sergente Garcia, riuscivano per l’ennesima volta ad ostentare, non indifferenti, disponibilità economiche da parte del comune di Pieve Vergonte!!!

          



    
            Attimi di stupore…. d’incredulità…. senonché, subito dopo aver assimilato l’inverosimile notizia di cui sopra, a turno, alcuni dei presenti, rivolgendosi agli amministratori dissero:
            I presenti:
-                  mhaaa, come…, si dice in giro che il comune di Pieve Vergonte non ha soldi eeee… voi …???
            Gli amministratori:
-                   e chi lo dice!?!? Sono tutte bugie!!!!
            I presenti:
-                  ma scusi “…eminenza…” non abbiamo un vigile, le scuole sono fatiscenti, lo scuolabus è a pezzi, il parco giochi in centro paese sembra una discarica di ferro arrugginito… spesso nelle nostre case non arriva l’acqua, addirittura a volte giunge nera, strade, marciapiedi ed altri manufatti pubblici non ci sembrano essere in condizioni di assoluta sicurezza,   ecc…. e voi ci venite qui a dire che invece…
            Gli amministratori:
-                  ribadiamo lo dite voi e qualcun altro che non abbiamo i soldi invece il comune di Pieve Vergonte i soldi li ha eccome!?!?

Ora anche questa favola ai più è ormai nota, da una parte chi, attenendosi a dati ufficiali, quali quelli di bilancio, in cui tra le altre cose il revisore dei conti scrive che non potremmo più contrarre mutui fino al 2015 e basandosi su situazioni del tutto ovvie, sostiene se pur a malincuore che “forse” il comune di Pieve Vergonte ha effettivamente qualche serio problema di liquidità  ed invece dall'altra parte “amministratori” che dichiarano pubblicamente e di continuo che il comune  di Pieve Vergonte ha molti soldi!!!!
            Ma allora, ci chiediamo, ma perché in un paese con così tanti soldi l'amministrazione comunale non interviene in modo determinato nella risoluzione delle problematiche sopra evidenziate???
            Ora, siccome oramai è prossimo il ferragosto e poiché avrete ormai capito che, passata l’estate, Pieve Vergonte vivrà politicamente un cosiddetto autunno caldo, godiamoci in allegria questo periodo estivo. E’ vero, son più le volte che ci vien da piangere ma, come anche la scienza ha recentemente riconfermato, gente allegra il ciel l’aiuta.
           Giacché crediamo che in futuro, Pieve Vergonte, avrà bisogno di molto, moltissimo aiuto, continueremo, finché sarà possibile, ad essere ottimisti e positivi, certi, in ogni caso, del fatto che a volte occorre ripartire dal dire pubblicamente:
IL RE NON HA I VESTITI!!!
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P.S.:
IL “...NOCCIOLO…” È  CAPIRE... E POI... CI VUOLE SEMPRE ... "RIGORE"!!!
            Da più parti ci chiedono un parere in merito alle attuali discussioni sul rinnovo della convenzione per la gestione del centro sportivo in centro paese.
            Da ciò che abbiamo appreso dagli atti ufficiali due società sportive di calcio, presenti nel nostro territorio, hanno chiesto ufficialmente al comune di poter gestire la struttura sportiva in questione.
            Da qui è nata l’idea di assegnare la struttura mediante un bando il quale prevedeva l’attribuzione di determinati punti in base a specifiche caratteristiche dei rispettivi richiedenti.

            Nel frattempo però la storica società calcio denominata Pievese ha rinunciato ad iscriversi al prossimo campionato e così facendo non dovrebbe più sussistere il problema dell’assegnazione della struttura sportiva in questione in quanto è rimasta in vita sul nostro territorio una sola società di calcio e dunque un solo richiedente.
            Ora se pur in breve abbiamo cercato di riassumere quanto accaduto e nonostante auspicassimo una fusione tra le varie società calcistiche riteniamo che l’amministrazione comunale in questo caso poteva muoversi solo nei modi messi in atto.
Dunque tutto risolto?
               Calma ragazzi….. calma
            I nostri "dubbi" (certezze) infatti non risiedono tanto nei modi oggi messi in pratica per concedere in gestione tale struttura ma, stanno piuttosto ………



P.S.*: “........chi” firmerà LA CONVEZIONE…. in nome e per conto del comune di Pieve Vergonte, stante le precedenti…………..!?!?!?  
 

…….”MAGARI....” CONTINUA UN’ALTRA VOLTA…….




P.S.**: era il 14 maggio 2012 quando da questo blog (IL BLOG) pubblicavamo tra le varie notizie anche la seguente:
“CISS SERVIZI SOCIALI OSSOLA: nell’assemblea del 4/10/11 emerge che dei 38 comuni che fanno parte del CISS, 8 non versano la quota risultando complessivamente morosi per un importo pari a circa €. 145.000,00. Qualche giorno più tardi tutti i mezzi di comunicazione locale danno la notizia che tra i comuni morosi vi è anche quello di PIEVE VERGONTE!”

            Il 29 luglio scorso, l’assemblea del CISS (Consorzio intercomunale dei servizi sociali) ha visto i rappresentanti dei comuni, approvare il punto all’ordine del giorno inerente l’aumento della quota pro capite che ogni comune, aderente al CISS Ossola, dovrà versare per il 2013, quota che passerà da €. 27,00 a €. 28,00 €. per abitante.
            In tale occasione molti sindaci si sono pubblicamente lamentati del fatto che alcuni comuni sono debitori nei confronti del CISS per circa complessivi €. 467.000,00.
ALLA DATA DI CUI SOPRA, IL COMUNE DI PIEVE VERGONTE, AVEVA VERSATO LA QUOTA DI SUA SPETTANZA !?!?!?
            Da ultimo vorremmo ricordare,  in sintesi, quelle che sono le finalità di un ente come il CISS Ossola.
            Il Consorzio si prefigge di esercitare le funzioni ed effettuare  le attività di natura sociale ed assistenziale a favore di minori, disabili, anziani ed altri soggetti in difficoltà socioeconomica e/o a rischio di emarginazione, come previsti dalla L.R. 1/2004 e da eventuali successive integrazioni o modificazioni della stessa, nella forma associata prevista dall'art. 9 della citata L.R., come maggiormente dettagliato nelle premesse alla Convenzione istitutiva.
2. Il Consorzio fa propri gli obiettivi ed i principi ispiratori di cui all'art. 2 della succitata L.R., ivi compresi, nei limiti delle proprie competenze, quelli connessi alle attivita' di prevenzione di cui all’art. 1 della medesima L.R. .
ECC. ECC. ECC.

ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA!!!
LA PIEU!
Il direttivo della Pieu è composto dai sig.ri:
-      BACCAGLIO STEFANIA,
-      BLARDONE PAOLA,
-      BOSSI MARCO,
-      DUCA GABRIELE,
-      MALGARINI GIANPAOLO,
-      RENSO LUCIANO,
-      SAGLIO GIANLUIGI,
-      SPADONE ELISEO.
Ci potete contattare e/o seguire al seguente indirizzo e-mail:
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